Intervista

D: Perché leggere i tuoi libri?

CD: Perché si cresce ascoltando le persone, tutte.

E io sono una di quei tutti. Tutto qui.

D: Come nascono i tuoi libri?
 
CD: Lo spunto è la mia esperienza personale
e del mio rapporto con le altre persone e col mondo in generale.
Le emozioni viste e vissute, ovviamente, dal mio punto di vista, poi,
cercando di immedesimarmi nell’altro.
 
D: Che consiglio daresti a degli aspiranti scrittori?
 
CD: Di non arrendersi mai e non cedere di fronte alle delusioni e alle porte in faccia che non finiranno mai di arrivare
nemmeno quando ci si crederà “arrivati”.
Di ascoltare, anche a occhi chiusi, anche il silenzio.
Di osservare anche le cose che sembrano brutte
cercando di accantonare il disprezzo.
Di essere curiosi, di tutto, anche del dolore e della paura.
 
D: Ci racconti la sua esperienza con l’editore?
 
CD: Una bella parte della mia vita, diversa da tutte.
Perché la scrittura, oltre che un lavoro, è una necessità e una passione.
Allora il rapporto con l’editore diventa sia professionale che
familiare, una persona che può offrire l’occasione di un’evoluzione psicologica e personale che non ha pari con le altre professioni.
Scrivere cambia.
Ci si scava dentro e si ha un
pubblico cui rendere conto e rispettare.
Un lavoro molto delicato.